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Convegno su Loi Emanuela (16/05/2012)

“ Emanuela LOI agente della Polizia di Stato
una vita dedicata in difesa delle istituzioni”

Emanuela Loi nasce nel 1968 a Sestu, un paese a pochi chilometri da Cagliari, in una famiglia semplice composta da papà Virgilio, ferroviere in pensione, e mamma Berta, casalinga. Ci sono pure Marcello e Claudia, fratello e sorella della prima poliziotta assassinata dalla mafia, e Andrea, il fidanzato con cui Emanuela sognava di sposarsi appena Le avessero concesso il trasferimento in Sardegna.

Il Suo ingresso in polizia avviene subito dopo il diploma preso all’istituto magistrale quando, quasi per gioco, decide di partecipare insieme a Claudia al concorso per aspiranti agenti di polizia, giusto per farle compagnia. Paradossalmente è Emanuela a passare con i massimi voti tutte le prove di Cagliari e Roma e a riceve, dopo un anno e mezzo, la chiamata per il concorso della scuola allievi di Trieste.

Emanuela frequenta il corso a Trieste dal settembre dell’89 al marzo ’90 e in occasione del giuramento riceve la sua prima destinazione: Palermo. Una notizia che in un primo momento la preoccupa e rattrista per il distacco prolungato dai suoi affetti e per il pericolo mafioso ma che, scossa dalle parole del padre “Vabbè, allora vai dai tuoi superiori e dì che non accetti ”, accetta per coerenza personale e senso del dovere.

Arrivata a Palermo in compagnia dalla sorella, Emanuela si stabilisce presso il complesso delle Tre Torri in viale del Fante destinato a poliziotti e carabinieri fuori sede. Dopo qualche giorno viene destinata al commissariato Libertà ove le affidano i piantonamenti a Villa Pajno, residenza del prefetto, e a casa dell’onorevole Sergio Mattarella. Le vengono assegnati anche altri incarichi come la scorta alla senatrice Pina Masaino (rigorosamente ‘a piedi’) e il piantonamento del boss Francesco Madonia nella sua stanza dell’Ospedale Civico ma Lei è felice soprattutto quando Le consentono di lavorare sul camper attrezzato a commissariato mobile perché è contatto con la gente.

Nel giugno del 1992 l’agente Loi viene trasferito al reparto scorte e, stanca dei piantonamenti, accetta l’incarico di buon grado seppur consapevole dei rischi. La prima scorta ad un magistrato importante, descritta da Francesco Massaro in La ragazza poliziotto, storia di Emanuela, è segnata dalla frase pronunciata dal giudice appena atterrato a Punta Raisi e trovatosi di fronte al giovane viso di Emanuela: <<E lei dovrebbe proteggere me? […]Senta che le dico. Mi dia la pistola che la proteggo io, forse è meglio …>>.

Emanuela Loi non era di turno quella domenica, il 19 luglio del 1992. La chiamarono per coprire un vuoto in organico. Sembrava una giornata di routine. Il giudice Paolo Borsellino aveva la fama di essere un uomo gentile e comprensivo con i ragazzi della sua scorta. Uno che scherzava, tra una sigaretta e l’altra. Emanuela teneva un diario di bordo dei suoi spostamenti. Il giorno prima aveva scritto su un foglietto “Domani scorta al giudice Borsellino”.

La tragica fine di questa ragazza di 24 anni lascia un segno profondo nella gente comune che subito dopo la strage di via d’Amelio a Palermo prende carta e penna per esprimere solidarietà e affetto ai familiari e al fidanzato Andrea. Tante poesie che si affiancano ad alcuni episodi spiacevoli(la confusione dei funerali, il tour del dolore sulla tomba di Sestu,…) che oggi però appaiono oscurati dagli episodi positivi nati dal ricordo di Emanuela. In primis la sepoltura realizzata dall’architetto Marco Benedetti grazie all’interessamento di Vittorio Sgarbi messosi in contatto con la famiglia a pochi giorni dalla strage.

Un monumento funebre luminoso fatto di specchi e che sembra galleggiare su dieci centimetri d’acqua con al centro una foto di Emanuela. Secondo, il comitato fondato dalle poliziotte Anna Zuccarello e Viviana Bazzani che porta il Suo nome e ha pubblicato il libro “il nostro zoo senza la piovra” con il supporto dell’allora capo della polizia Parisi. Un testo per non dimenticare i caduti della Polizia di Stato.

Oggi a Emanuela Loi sono intitolate anche iniziative, strade, piazze ed edifici pubblici: una via e un istituto tecnico commerciale a Nettuno, un istituto tecnico industriale a Carbonia, una scuola elementare a Bagheria e una a Roma, una via e un asilo a Sestu, una via a San Sperate, una via a Nuraminis, una via a Monastir, una via a Quartu Sant’Elena, una via a San Giuseppe Jato, una via a Stintino, una piazza a Esterzili, uno slargo con lapide a Leonforte, una via a Guspini, una via sia ad Iglesias sia ad Altamura facente parte di un intero quartiere dedicato alla legalità e agli eroi del nostro tempo e il ponte strallato che collega la Cittadella Universitaria di Monserrato all’omonimo centro e alla S.S 554. Una strada a Buonabitacolo (SA) facente parte di un intero progetto con più strade dedicate alle persone della scorta di Borsellino, una strada a Baccaiano, frazione di Montespertoli (FI). Il distretto sardo della FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arte Professione Affari) le dedica da anni un premio, la città di Agrigento un torneo di calcio a sette. In tal senso la municipalità di Sestu rimane sempre vigile e attiva: nel 2011 è nato il premio nazionale Emanuela Loi “La forza del coraggio″ attribuito a coloro che si sono contraddistinti nell’anno precedente per il loro coraggio nel denunciare le mafie e per la determinazione in difesa dei valori di legalità, onestà e libertà, contrastando i gesti di omertà e indifferenza a favore dei diritti di tutti gli individui.

 

 

 

Riferimenti bibliografici e multimediali:
Cesareo Rocco, 1993. Gli angeli di Borsellino ‐ Scorta QS21x, film drammatico, durata 97 min
Doi Andrea, EMANUELA LOI E GLI ALTRI ANGELI DELLA SCORTA, Tifeoweb – Rivista online, [on line]
http://www prolocosestu.it/public/5915E%20LOI%20E%20GLI%20ANGELI%20DELLA%20SCORTA.pdf
Massaro Francesco, 1994. La ragazza poliziotto. Storia di Emanuela, Palermo: Arbor
Sitografia.
Alessia Usai

 

Scheda Biografica
Ing. Alessia Usai ha frequenta il Corso di Dottorato in Tecnologie per la conservazione dei beni architettonici e ambientali presso l’Università degli Studi di Cagliari. Il suo percorso di ricerca è orientato verso le tematiche del territorio, del paesaggio storico e delle relazioni esistenti tra patrimonio culturale e pianificazione urbanistica, figlia di Luigi Usai – Assistente Capo in congedo della Polizia di Frontiera di Pontechiasso.-

 

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