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Fotografie del 165° anniversario della Fondazione della Polizia di Stato (lunedì 10 Aprile 2017)

“Noi ci siamo sempre”, il Questore Barbato lo ha ripetuto diverse volte nel corso della cerimonia, durante il suo intervento. Di seguito le parole pronunciate davanti ad autorita’, poliziotti e tante istituzioni. A seguire, in fine, le fotografie scattate in occasione dell’evento.

A tutti un sincero ringraziamento per essere qui con noi, nella ricorrenza della 165a “Festa della Polizia di Stato”.
Il nostro saluto al sig. Prefetto di Como, dott. Bruno Corda, che, con la sua competente ed intelligente opera, ha saputo accogliere e trasformare in azioni concrete le esigenze territoriali divenendo un sicuro e fermo punto di riferimento.

Un sincero saluto a Sua Eccellenza il Vescovo di Como Oscar Cantoni qui rappresentato da Monsignor Renato Pini.

Un affettuoso saluto al Sindaco di Como, Dott. Mario Lucini, al Presidente della Provincia, Dott.ssa Maria Rita Livio rappresentata dal Dott. Fiorenzo Bongiasca e a tutti i Sindaci del Territorio Lariano che con il loro proficuo e continuativo rapporto di collaborazione con la Questura si prodigano per la comunità di cui fanno parte.

Un cordiale saluto, e un grazie per essere qui con noi, agli Onorevoli parlamentari della provincia di Como Chiara Braga, Mario Guerra e Nicola Molteni.

Un particolare e doveroso saluto va al Presidente del Tribunale di Como Dott.ssa Anna Introini ed al Procuratore della Repubblica Dott. Nicola Piacente, e a tutti i magistrati, verso cui ci lega un forte e leale spirito di servizio.

Un fraterno abbraccio all’Arma dei Carabinieri, alla Guardia di Finanza ed ai loro Comandanti; alle Polizie Locali, il cui contributo di risorse e collaborazione è da sempre fonte di intesa operativa, nonché alla Polizia Penitenziaria e ai Vigili del Fuoco ed ai colleghi della Polizia elvetica.

Un saluto anche alle componenti politiche, sociali, sindacali, economiche, ed agli organi di informazione presenti.

Il più vivo caloroso ringraziamento soprattutto a voi donne e uomini della Polizia di Stato ed al personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno per l’impegno, la dedizione ed il sacrificio con cui ogni giorno date ampia prova della vostra professionalità.
E insieme a voi, le Organizzazioni sindacali, che ringrazio per la loro attività propositiva, le loro critiche costruttive, tese a migliorare le condizioni lavorative creando un clima di collaborazione quotidiana.
Saluto caramente i colleghi in pensione dell’ANPS, la cui presenza è indice di costante attaccamento alla vita dell’Istituzione.
Consentitemi di ringraziare il presidente della Società Palchettisti del Teatro Sociale, Notaio dott. Francesco Peronese, per la cordiale ospitalità di cui noi tutti stiamo beneficiando. Ringraziamento che ovviamente va esteso a tutti i suoi collaboratori che hanno allestito questa accogliente sala contribuendo al pregio di questo evento.

Ed ora, con riconoscenza, e profonda ammirazione, eleviamo un pensiero ai caduti della Polizia di Stato.

La scelta di celebrare, quest’anno, il 165° anniversario della nostra festa presso il Teatro Sociale, e non più all’interno della nostra Questura, è indice del desiderio, rinnovato ma sempre presente in noi, di rinsaldare il legame che unisce e deve unire Como e la sua Provincia alla Polizia di Stato.
Il tema celebrativo di quest’anno “Esserci Sempre” costituisce un impegno solenne nei confronti della comunità, della società tutta, a cui desideriamo, anche quest’anno, fornire un modello di polizia cui rivolgersi. Un punto di riferimento da interpellare ed a cui tendere ogni qualvolta se ne senta la necessità.
Considerato l’alto, ma non impossibile, obbiettivo che ci poniamo, ogni giorno, non si può, celebrare una ricorrenza come questa senza tirare le somme, fare un bilancio della nostra attività.
Di impegni, anche gravosi, ve ne sono stati parecchi e la nostra azione contro l’illegalità ha richiesto sforzi non indifferenti.
In più occasioni siamo intervenuti su più fronti tenendo il passo con un ambiente in continuo cambiamento.
Pianificare e dislocare le risorse disponibili in maniera attenta per una più completa e puntuale difesa del territorio utilizzando al meglio le risorse umane è stato un obbiettivo primario di questo anno appena trascorso che ci ha portato, ancora una volta, ad adottare sempre nuove strategie.
Attraverso, quindi, un efficace controllo del territorio e grazie ad una mirata attività investigativa rileviamo che, seppure statisticamente nel suo insieme il totale dei delitti è pressoché invariato rispetto all’anno precedente, i più gravi eventi criminosi, quali i delitti contro la persona, omicidi e tentati omicidi, così come i fenomeni delittuosi che colpiscono maggiormente la sfera di tutti i nuclei familiari comaschi, quali i reati contro il patrimonio ed i particolare nelle abitazioni, sono complessivamente in costante calo.
Festeggiare, qui riuniti, il “nostro” anniversario, mi dà l’opportunità, non solo di fare un bilancio dell’attività, ma anche, oserei dire: soprattutto di riflettere e farvi riflettere su alcuni argomenti che mi stanno particolarmente a cuore.
Permettetemi, anche quest’anno, di puntare l’attenzione su uno dei reati che ritengo più odioso ed infimo, che va a colpire una delle categorie più indifese: le truffe agli anziani.
Ledere un anziano è come toccare un bambino. Anziani e bambini sono entrambi fragili, non dispongono di strumenti di difesa ed hanno difficoltà a comunicare, giacché spesso non sanno con chi parlare e sovente sono soli.
I truffati vengono colpiti nell’intimo, feriti nell’orgoglio e nella privacy. La conseguente sensazione di vergogna che subentra nell’anziano lo porta a parlare del raggiro subìto solo dopo molti giorni.
Per tutti questi motivi, con la consapevolezza di poter e dover prevenire un reato che potrebbe colpire i nostri cari, anche quest’anno abbiamo puntato i riflettori sul problema attraverso una serie di incontri con l’obiettivo di sensibilizzare, chiedendo collaborazione e maggiore senso civico, non solo ai cittadini ma anche e soprattutto ai giovani che formeranno la nuova generazione.
E’ proprio a tale proposito che voglio ringraziare gli studenti della prima media dell’Istituto Parini, che con nostro grande piacere, quest’anno hanno deciso di partecipare alla nostra ricorrenza.
Se si riflette e si parla di categorie “indifese” non si può altresì, quindi, non pensare ai giovani che nascosti dietro ad uno schermo, sia esso di un pc o di uno smartphone, sentendosi protetti, si comportano da “Leoni” nascondendo, in realtà, mille paure.
Internet ha permesso, ai nostri ragazzi, di avere a disposizione tutto e subito!
Mille nozioni, notizie, informazioni che grazie anche ai social network, vengono reperite nell’arco di pochi secondi (quelli necessari a digitare sulla tastiera o sul cellulare).
L’utilità di tutto ciò è indubbia ma, riflettiamo sullo “scompenso” che tutto ciò crea sui giovani i quali vengono sommersi, quasi travolti, da questa quantità di nozioni.
La nostra generazione, mi permetterete di generalizzare comprendendone più d’una, prima di poter far propria qualsiasi tipo di informazione, doveva viverla sul campo e crearsi il “vissuto” che diventava esperienza e si consolidava in saggezza.
Ora, questi passaggi vengono saltati a piè pari, dando quindi vita a giovani che paradossalmente sanno come programmare un personal computer ma che hanno  perso la capacità di conversare e dialogare con i propri coetanei se non attraverso la comunicazione virtuale dei “social-network” sostituendo sensazioni o vocaboli con semplici e sterili “faccine”.
Così ogni cosa diventa un problema, crescere diventa più difficile, la realtà diventa un ostacolo pesante da affrontare; si cerca di conformarsi alla massa, per sentirsi meno soli, e si utilizza la legge del “cyber-bullismo” per predominare sull’altro e sentirsi migliore.
La famiglia deve essere il primo punto di unione tra le nuove e le “vecchie” generazioni senza sottovalutare le une od abbandonare le altre.
Per questo motivo, vorrei sollecitare tutti noi, prima di pretendere che siano gli altri, di trasmettere quei valori, attraverso il senso di protezione, sicurezza, la presenza, l’affetto necessari a rinsaldare i legami con i nostri genitori ed i nostri figli. Tornando all’analisi consuntiva dell’attività della struttura che mi pregio di dirigere, non posso che ribadire come l’anno trascorso abbia rappresentato un periodo di grande impegno per la Polizia di Stato che, continuando ad operare in piena collaborazione con le altre Forze di Polizia, ha conseguito gratificanti risultati nei vari settori dell’attività istituzionale.
Come nei precedenti anni, l’attività di ordine e sicurezza pubblica ha comportato forti impegni correlati al susseguirsi di eventi e manifestazioni di carattere religioso, sportivo, sui temi politici, di carattere sindacale, occupazionale, studentesco, su tematiche varie e, richiedendo, diversamente dal passato impegni a valori massimali sulle problematiche correlate al fenomeno migratorio.
In ambito politico-sindacale appare doveroso non tralasciare tutti quei servizi svolti in occasione di manifestazioni, presidi e varie forme di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, attuate da partiti e movimenti politici di destra e di sinistra, nonché da categorie di lavoratori o da maestranze di singole aziende, per fronteggiare le problematiche occupazionali che, così come nel resto d’Italia e dell’Europa, hanno colpito anche il tessuto economico e produttivo lariano.
Molteplici gli impegni derivati dall’ambito sportivo, soprattutto in relazione alle partite casalinghe del Calcio Como, alle trasferte organizzate dai relativi gruppi di sostenitori, oltre che ad altri eventi di risonanza nazionale svoltisi o che hanno interessato la città e la provincia di Como quali, in particolare, per il ciclismo il Giro di Lombardia, nonché, in campo automobilistico, il Rally Trofeo ACI Como.
Sempre importante è l’impegno delle Forze di Polizia durante lo svolgersi delle varie manifestazioni a “Villa d’Este”, consolidata location privilegiata per gli eventi congressuali organizzati dallo Studio Ambrosetti di Milano.
Tra tutti merita menzione l’impegno organizzativo connesso allo svolgersi dell’annuale convegno per le strategie competitive dello scorso Settembre che, come da prassi, ha registrato la partecipazione di numerosi rappresentanti del governo italiano, personalità del mondo politico, finanziario ed imprenditoriale che ha richiesto un notevole sforzo per la messa in opera dei servizi e dispositivi a garanzia della sicurezza dei partecipanti e della cittadinanza in genere, consentendo di testare l’elevata capacità organizzativa, operativa e professionale di tutte le articolazioni della nostra struttura e della altre Forze di Polizia, oltre che dell’elevata professionalità di tutti gli operatori delle Forze dell’ordine che ogni giorno operano sul territorio provinciale.
In generale, comunque, volendo tracciare un bilancio, posso senz’altro concludere che i servizi predisposti dalla Questura hanno consentito di mantenere nella legalità le manifestazioni di dissenso e di prevenire eventuali ripercussioni nell’ordine pubblico, grazie alla vigile presenza delle Forze di Polizia e l’accorta opera di mediazione sviluppata sul campo.
Sul fronte della criminalità comune, dell’analisi degli indici statistici rilevabili dalla banca dati delle Forze di Polizia, si denota, in ambito provinciale, una lieve diminuzione di denunce di furto in genere, anche di quelle casistiche che destano un maggior senso di insicurezza nella popolazione, e che accentuano l’allarme sociale, quali i furti nelle private dimore e negli esercizi commerciali, consolidando l’andamento rilevato anche nell’omogeneo periodo precedente.
Nella nostra provincia permane la scarsa incidenza statistica di rapine in danno di banche o istituti di credito, uffici postali ed esercizi commerciali così come pressoché costanti sono i dati sulle estorsioni ed i delitti in materia di stupefacenti.
Come ho già detto, nonostante la particolare e premurosa attenzione che le varie articolazioni di questa struttura dedicano al contrasto del fenomeno, sono purtroppo sensibilmente aumentati i casi di truffe agli anziani.
Condizione che ci impone di innalzare maggiormente il nostro impegno per la tutela delle categorie ed individui più indifesi e vulnerabili, assicurando un ancor più maggiore dedizione alla lotta di tale deprecabile forma di illegalità.
Nonostante tutto, proficua ed intensa, nel periodo in esame (1° gennaio – 31 dicembre 2016), si è dimostrata l’attività di contrasto e prevenzione della criminalità in genere, sviluppata dalla locale Divisione Anticrimine, dalla Squadra Mobile, dalla D.I.G.O.S. e dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.  Significativi appaiono i seguenti dati oggettivi:
– 1.146 le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria ritenute responsabili della commissione di reati a vario titolo;
– 152 le persone arrestate in flagranza di reato;
– 112 i soggetti nei cui confronti sono stati eseguiti provvedimenti restrittivi della libertà personale emessi dall’Autorità Giudiziaria;
– sono stati applicati e notificati 26 avvisi orali e 238 i rimpatri fogli di via obbligatori;
– 6 le proposte di applicazione di sorveglianze speciali;
– alla luce delle normative antistalking, sono stati adottati 17 ammonimenti nei confronti di altrettanti persecutori;
– 6 i DASpo emessi a carico di altrettanti tifosi ultrà, comaschi e non, resisi responsabili di comportamenti pregiudizievoli per l’ordine e la sicurezza pubblica in occasione di eventi sportivi.
Concreta ed incisiva, rispondendo alle specifiche richieste della cittadinanza, si è dimostrata l’attività della locale Squadra Mobile che si è proposta con impegno ed abnegazione nella ricognizione e repressione dei crimini commessi in questa provincia.
Tra le altre, di alto impatto sono stati gli esiti di un’articolata e complessa attività d’indagine che ha consentito l’esecuzione di custodie cautelari in carcere nei confronti di 21 cittadini di origine siriana, egiziana e tunisina responsabile di un traffico di esseri umani lungo la tratta balcanica.
Determinato, con lusinghieri risultati, è stato il contrasto alla criminalità dedita all’attività predatoria ed a reati di ampio impatto sociale.
Nel campo del contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, forte è stato l’impegno degli uomini della Sezione Antidroga che si è posta l’obiettivo di un più capillare controllo delle fasi terminali dello spaccio, nel tentativo di contrastare la vendita al dettaglio di stupefacenti che colpisce maggiormente le fasce giovani della popolazione.
La DIGOS, nell’ambito delle funzioni assegnate, ha svolto una importante opera informativa finalizzata alla tutela dell’ordine pubblico specie in occasione di eventi di portata internazionale.
Pregnante è stata altresì la raccolta, l’elaborazione e l’analisi delle informazioni, in virtù di una buona conoscenza, presso organizzazioni sindacali, politiche, religiose, con le tifoserie organizzate ed i movimenti antagonisti.
In un momento particolare, quale quello attuale per cui vi sono forti preoccupazioni per il terrorismo interno ed anche internazionale, pregevole è l’attività di intelligence posta in essere dagli uomini della DIGOS che ha consentito di conseguire significativi risultati a tutela della collettività. Anche la nostra provincia non è immune da forme di proselitismo e radicalismo islamico. Significativa, in tali termini, l’attività di monitoraggio che ha consentito l’allontanamento dal territorio nazionale del vice presidente del Centro Culturale Islamico di Como.
Sul piano della prevenzione, l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico con le sue Volanti ed i Poliziotti di quartiere, in perfetta sinergia con altre specialità della Polizia di Stato, hanno permesso di controllare numerose persone e veicoli attuando sul territorio un’efficace ed intelligente attività preventiva, innalzando il senso di sicurezza nei cittadini comaschi ed infondendo in loro maggior tranquillità.
I più vicini alla realtà quotidiana, e soprattutto alla cittadinanza, esercitando un’azione di prevenzione e repressione di indiscutibile elevato profilo, hanno effettuato, nel periodo in argomento, 4.166 interventi d’iniziativa o a seguito di richieste di chiamate pervenute al 112 NUE (Numero Unico Europeo), controllando oltre 31.000 veicoli e quasi 59.000 persone.
Voglio, infine ricordare l’impegno quotidiano del personale della Questura (Ufficio di Gabinetto, Ufficio Tecnico Logistico, Ufficio del Personale, Ufficio Sanitario) ognuno nell’ambito delle proprie competenze consente la piena e quotidiana funzionalità del sistema “Questura” a supporto e beneficio di tutti gli operatori di Polizia e della cittadinanza lariana.
Così come tutto il personale della Polizia Amministrativa e Sociale che con abnegazione soddisfa le esigenze dell’utenza.
Basti pensare che lo scorso anno la PAS ha emesso 16.186 passaporti, 1.645 licenze di porto di fucile e tiro a volo.
Sento altresì, il dovere di elogiare tutto il personale delle specialità, Polizia Stradale, Polizia Ferroviaria, Polizia di Frontiera, Polizia Postale e delle Comunicazioni, Polizia Scientifica e Squadra Nautica, per l’alta professionalità e specializzazione che quotidianamente mette a disposizione degli uffici operativi.
In questo particolare momento una menzione speciale va rivolta alla professionalità di tutti gli operatori dell’Ufficio Immigrazione che, quotidianamente, affronta le esigenze e le dinamiche legate alla cosiddetta “emergenza dei flussi migratori” di quelle popolazioni che raggiungono incessantemente e costantemente il nostro Paese, con la speranza di conseguire migliori condizioni di vita.
Dalla scorsa estate la nostra città è divenuta parte del fronte del fenomeno migratorio.
Non possiamo non ricordare come i giardini nei pressi della stazione di Como San Giovanni siano divenuti, in breve tempo, una sorta di accampamento, per una molteplicità di “disperati” che avevano l’unico scopo di raggiungere le loro ambite mete nord-europee attraversando i confini elvetici.  La problematica si era presentata senza la benché minima avvisaglia, determinata da un repentino e inaspettato cambiamento delle cosiddette rotte migratorie. Nonostante ciò la Polizia di Stato, con il fattivo contributo di tutte le altre forze dell’ordine operanti sul territorio, ha saputo far fronte a tale emergenza, non trascurando, nel giusto equilibrio, le necessità di chi aveva lasciato tutto alle spalle affrontando un impervio ed incerto viaggio della speranza, e di chi si è sentito da questi prevaricato e privato in parte della propria libertà. La condivisione degli obiettivi e la collaborazione tra tutte le istituzioni locali, coordinate dalla competente e puntuale opera del Sig. Prefetto di Como dr. Corda, ha permesso quindi di dissolvere tali problematiche.
Ciò nonostante, il fenomeno è tutt’ora fortemente pressante, ed assorbe massivamente risorse ed energie di tutte quelle articolazioni territoriali della nostra Amministrazione.
Basti pensare al gravoso compito a cui sono chiamati gli operatori del Settore di Polizia di Frontiera di Como Ponte Chiasso nella gestione delle oltre 16.000 riammissioni semplificate dalla Svizzera, negli ultimi 7 mesi del 2016, a fronte delle 420 dell’anno precedente.
E i dati dei primi mesi di quest’anno non indirizzano verso una possibile diminuzione del fenomeno.
Colgo l’occasione, nel concludere, per un ulteriore spunto di riflessione.
Nei miei 44 anni di lavoro nella Pubblica Amministrazione ho constatato come la Polizia di Stato si sia sempre distinta nel proprio compito di “frapporsi” tra il cittadino e le istituzioni, da una parte quale organo atto a far rispettare le leggi dello Stato, dall’altro quale garante dei diritti del cittadino.  La Polizia di Stato, con questa sua capacità nel calibrare e bilanciare i diritti e doveri, così come le necessità ed impegni dell’una e dell’altra parte, ha rappresentato da sempre, e rappresenta ora e per il futuro, parte integrante della “democrazia” cercando di mantenere sempre vivo, e non senza difficoltà, il dialogo tra le istituzioni e la popolazione.
Sono convinto che la nostra usuale vicinanza al cittadino ed ai suoi mille problemi di ogni giorno, ci permetterà di impegnarci quotidianamente con la consueta solerzia e con sempre maggiore determinazione pronti a garantire, alla cittadinanza, una soluzione, un aiuto, a volte anche con un semplice gesto di quella umanità, che da sempre ci contraddistingue.
Vorrei infine rivolgere un ringraziamento sincero alle nostre famiglie, i nostri cari, i nostri affetti che sostenendoci ed incoraggiandoci condividono con noi sacrifici ed ansietà.
Grazie per l’attenzione e la sentita partecipazione
Viva l’Italia, viva la Polizia di Stato.
Michelangelo Barbato, Questore di Como
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